La Scuola Senza Zaino (SSZ) è un approccio pedagogico innovativo nato in Italia, che si propone di riformare l’ambiente e il metodo di insegnamento tradizionale nelle scuole primarie e secondarie. L’idea fondamentale dietro questo metodo è quella di alleggerire letteralmente e metaforicamente il carico degli studenti, sia fisico che psicologico.
Abbiamo preso un semplice e scontato oggetto come lo zaino che adoperano gli studenti e abbiamo provato a porci delle domande: perchè si usa per andare a scuola? Perchè il funzionario che lavora in banca porta con sè solo una cartella leggera? Perchè, al contrario, lo zaino è così pesante da preoccupare genitori e medici? Vuol dire qualcosa il fatto che la scuola sia l’unica organizzazione che impiega questo strumento, oppure si tratta di un aspetto così marginale da non meritare la nostra attenzione?
Gli aspetti chiave della Scuola Senza Zaino includono:
- Ambiente di Apprendimento Condiviso: Invece di portare zaini pesanti, gli studenti utilizzano materiali didattici e risorse presenti in classe. Le aule sono organizzate in modo da promuovere l’apprendimento collaborativo e interattivo.
- Ruolo Attivo degli Studenti: Gli alunni sono incoraggiati a essere protagonisti del proprio apprendimento, sviluppando autonomia, responsabilità e competenze organizzative.
- Approccio Personalizzato: L’educazione è adattata per rispondere alle esigenze individuali di ciascun studente, promuovendo un insegnamento più inclusivo e differenziato.
- Spazi Flessibili: Le aule sono progettate per essere versatili e adattabili a diverse attività didattiche, facilitando metodi di insegnamento innovativi.
- Coinvolgimento della Comunità: Si promuove una forte collaborazione tra scuola, famiglie e comunità locale, rafforzando il legame tra educazione e contesto sociale.
È attualmente presente nel plesso dell’infanzia e primaria di Lozzo Atestino.
Il Modello di Scuola Senza Zaino parte dal gesto simbolico dell’eliminazione dello zaino dal corredo scolastico degli studenti. In Italia, così come in altre parti del mondo, i bambini e i ragazzi vanno a scuola con uno zaino simile a quello usato dagli escursionisti, dovendo portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale di lavoro. Eppure, se ci si pensa, la cosa non avviene per i lavoratori adulti, che trovano normalmente i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro. Lo zaino, tra l’altro, non è uno strumento inventato per la scuola; il vocabolario Devoto-Oli ne dà questa definizione: “Sacco di tela robusta rinforzato e munito di cinghie per essere portato a spalla, sia da soldati che da alpinisti, escursionisti, gitanti…”.
Pertanto lo zaino richiama alla mente l’idea di un viaggio verso un luogo sconosciuto, estraneo, se non ostile, impervio, non umanizzato. Nell’improprio uso che se ne fa a scuola, rimanda al pensiero di un posto in cui si è di passaggio, quasi in visita, per affrontare il quale, è necessario possedere un bagaglio a mano pesante, munito di molti attrezzi che consentono di fronteggiare prove, controlli, ostacoli. La sua pesantezza, in effetti, è data per lo più dall’enorme quantità di carta (bianca o stampata) che esso trasporta e che ben rappresenta l’immagine di una scuola formalistica, libresca, nozionistica.